Il Pride Month serve ancora? Capiamolo guardandoci intorno

Ero molto indeciso se scrivere questo articolo, il rischio di dire qualcosa di già detto senza apportare nessuno spunto utile è altissimo. Avevo quindi accantonato l’idea di parlare del Mese del Pride e della sua utilità.

Poi però, nel giro di due giorni, mi sono imbattuto in alcune manifestazioni omofobiche che mi hanno fatto cambiare idea. L’utilità del Pride Month è giornalmente sotto gli occhi di tutti.

“Io li brucerei tutti”

Quando leggo di episodi di omofobia resto sempre sorpreso e perplesso. Nella mia vita ho la fortuna di essere circondato da ambienti inclusivi e da persone per cui la mia omosessualità è totalmente irrilevante.

Mi basta tornare al periodo in cui frequentavo le scuole superiori per ricordarmi cos’è l’omofobia e cosa voglia dire essere in un contesto in cui ci si sente diversi, non accettati, marginalizzati.

La mia classe delle superiori era composta da un buon numero di adolescenti nostalgici del Ventennio Fascista. Già qui ci sarebbe da ridere: erano personaggetti ignoranti, che del fascismo sapevano poco o nulla, ma faceva figo dirsi fascisti. Ricordo nettamente la frase di un mio compagno di classe: “Io li brucerei tutti”, riferendosi agli omosessuali. Ma anche: “Se vogliono baciarsi, lo facciano a casa loro.”

Alcuni professori intervenivano nel dibattito e riportavano una parvenza di civiltà nella discussione, altri invece erano palesemente d’accordo con i miei compagni di classe.

Per il me adolescente, ancora in cerca dell’accettazione della propria omosessualità, sentire quelle parole era lacerante.

Fatta la maturità, mi sono trasferito a Pisa, mi sono pienamente accettato e mi sono circondato di persone per cui la mia omosessualità è qualcosa di irrilevante. Per cui, spesso erroneamente, confondo il mondo con le persone che mi circondano e ho la sensazione che l’omofobia non esista. Peccato non sia così.

L’omofobia normalizzata

A Pisa, a Palazzo Blu, c’è la mostraRazza Umana di Oliviero Toscani. Nel centro cittadino sono presenti alcune foto della mostra per pubblicizzarla. Su una foto di un ragazzo a petto nudo, qualcuno ha scritto “frocio”. Fatico onestamente a capirne il senso, ma questo ci offre contezza di tante cose, contezza di quello che è l’approccio di molti.

Qualche settimana fa, mentre scorrevo Facebook, mi sono imbattuto nella pubblicità del rasoio Braun. Nel video, il ragazzo che usava il rasoio aveva le unghie con lo smalto nero. Apro i commenti e trovo una serie di frasi raccapriccianti. Tipo: “Ma il rasoio è da uomo o da donna? Lo smalto mi confonde”; il ragazzo veniva apostrofato come degenerato, altri sostenevano che, avendo visto quel ragazzo in quel video, non avrebbero mai più comprato Braun, il tutto condito da insulti omofobobici.

Non basta: sempre su Facebook, mi sono imbattuto in un video in cui Paolo Ruffini conversava con un bambino in merito all’omosessualità. Il bambino affermava di essere dispiaciuto quando persone che amano altre persone dello stesso sesso vengono insultate e discriminate. Aggiungeva che, per lui, è normale amare una persona dello stesso sesso, non ci trova nulla di strano. Nei commenti, alcune persone urlavano al presunto lavaggio del cervello che sarebbe stato fatto a questo bambino. Qualcuno aggiungeva che i bambini dovrebbero essere lasciati liberi nel loro candore.

Onestamente, fatico un po’ a commentare queste frasi e a smontare questa visione arcaica delle cose. Che l’omosessualità non sia una malattia, l’esistenza della disforia di genere, il fatto che due bambini cresciuti da una coppia omosessuale crescano come in una coppia eterosessuale, il non binarismo e tutto il resto sono questioni con basi scientifiche.

Per cui, la questione è tutta culturale.

Le aggressioni omotransfobiche

Chiuso nel mio mondo fatto di accettazione e libertà, mi stupisco doppiamente quando leggo sui giornali di aggressioni verso persone omosessuali o trans. Come è stato il caso dell’aggressione recentemente avvenuta a Roma. In base ai dati di Gay Center, in Italia si sono registrati 3.600 casi di aggressioni omotransfobiche nel 2024.

Allora forse bastano questi dati per spiegare perché il Pride serve ancora. Pride, non Gay Pride, proprio perché l’orgoglio muove contro ogni forma di odio, discriminazione e violenza. Vorrei ricordare come nel 2021, nell’emiciclo del Senato della Repubblica Italiana, partirono degli applausi a seguito della bocciatura del Ddl Zan, che aveva come obiettivo quello di inserire nell’ordinamento giuridico italiano un reato specifico inerente i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili.

In un Paese in cui le forze politiche applaudono per aver negato tutele e diritti, come fa a non servire il Pride Month e le manifestazioni di piazza? Le manifestazioni servono per dire: noi ci siamo, noi siamo realtà, noi siamo quello che negate, noi siamo veri e lottiamo per i nostri diritti. Servono per dire: esiste una realtà alternativa, esiste anche se voi la negate, esistono le famiglie arcobaleno anche se voi cercate di rendergli la vita impossibile.

La piazza serve per urlare: noi ci siamo anche se a voi non va bene.

Conclusioni

Lo ha detto chiaramente Silvio Leoni, Segretario di Forza Italia Giovani, rappresentante della destra liberale: come in molti casi dei giovani si tolgono la vita davanti alle discriminazioni. Questo succede a causa delle parole, ignoranti e superficiali, di personaggi come Salvini, Vannacci e simili. Succede davanti a personaggi politici che, pur di raccattare qualche voto e accumulare consenso, non pesano le parole.

Allora il Pride e il mese dell’orgoglio LGBTQIA+ servono e continueranno a servire fino a quando qualcuno scriverà frocio sulla foto di un ragazzo, fino a quando si penserà che un uomo con lo smalto sia un degenerato, fino a quando si continuerà a pensare che ci sia una distinzione tra cose per bambino e cose per bambina, fino a quando si penserà che un omosessuale è meno uomo in quanto tale, fino a quando la diversità verrà vista come un problema.

Nell’attesa che la diversità inizi, davvero, ad essere vista come un valore.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *